Morte di Romeo - Il cuore (Daniele Carta Mantiglia e Alessandra Ferrari)

domenica 8 giugno 2008

.....Thank you.....

No, non ci credo. E' finita davvero.
Mi ci sono sentita intrappolata per mesi, non vedevo la fine di questo tunnel. Eppure, alla fine, eccomi qua. Fuori.
Aspettavo da tempo questo momento, sicura che mi sarei sentita leggera, felice. Invece, mentre sono qua, da sola, di fronte a questo schermo, la malinconia rischia di prendere il sopravvento in ogni momento. Mi ero ormai assuefatta alla routine. Finché la vivevo, quasi mi nauseava; ma ora, ne sento la mancanza, tanto più che era bella, dal punto di vista umano... E non è poco.
Lo so, ho passato mesi a lamentarmi. Eppure, ora, vorrei tornare a quei mesi, quando tutto sembrava così difficile, più grande di me, insuperabile. Vorrei tornare alla sensazione di claustrofobia che mi prendeva ogni volta che guardavo avanti, verso il sentiero incerto che a volte sembrava sparire davanti a me. Vorrei tornare a tutto questo non per masochismo, ma perché so che un anno così non lo vivrò mai più, ed ho paura di non averlo vissuto abbastanza. Vorrei poter attraversare di nuovo le gioie e i dolori condivisi, per sentirmi ancora una volta parte di qualcosa, parte di un gruppo, parte di voi.
Non lo posso fare, lo so. Devo andare avanti. Dobbiamo andare avanti tutti, in un modo o nell'altro.
Ma, dentro di me, c'è una parola troppo ingombrante da superare: grazie. Nel libro della mia vita, questo capitolo resterà per sempre segnato con quelle "orecchie" che ad alcuni fanno accapponare la pelle, ma che mi permetteranno di ritrovarlo con facilità ogni qual volta ne avrò bisogno.
Grazie a Jo, perché c'è sempre stata, per ridere e per piangere.
Grazie ad Anna, perché mi ascolta senza giudicare, mi consiglia, mi consola... insomma, mi sopporta.
Grazie a Fra, perché senza i battibecchi, le risate, gli sfoghi... cosa sarebbe stato quest'anno?!
Grazie ad Ile, perché sembra sempre la più aggressiva ma ha un cuore grande così.
Grazie a Silvia, per la gentilezza, la disponibilità e la dolcezza.
Grazie a Zanna, perché parlare male dei professori è sempre un piacere!
Grazie a Luca, perché capisce al volo quando è il caso di smettere di fare il deficiente e essere un po' più serio.
Grazie a Bianca, per le battute (e per i Goo Goo Dolls! XD).
Grazie ad Alice, perché riesce sempre a farmi ridere, in un modo o nell'altro, anche nelle giornate più nere.
Grazie a Paolo S., per quel tocco di follia e assurdità indispensabile.
Grazie ad Andrea, perché... "ah! mi sento bene...!"... sotto sotto pure lui è una peste!
Grazie a Marta, per l'allegria e la sensibilità.
Grazie a Teddy, per la battuta sempre pronta.
Grazie a Martina, per la fragilità che non è mai riuscita a nascondere.
Grazie a Fede Prevo, per le risate e le lacrime.
Grazie a Laura, perché mi ascolta.
Grazie a Francesca, per la simpatia e la risata contagiosa.
Grazie a Paolo F., per la spontaneità.

Grazie a tutti. Siete fantastici.

E dopo questo momento nostalgico-malinconico... direi che sono pronta ad affrontare, con voi, l'estate più "fabolous" che possa esistere!

giovedì 22 maggio 2008

My 25-songs playlist

[non sono in ordine]
  1. La donna cannone; De Gregori
  2. La domenica delle salme; De Andrè
  3. Jesus of suburbia; Green Day
  4. Urlando contro il cielo; Ligabue
  5. Angelo custode; Cristicchi
  6. Una storia da raccontare; Nomadi
  7. A te; Jovanotti
  8. Polvere di luna; Emanuele Dabbono
  9. Knockin' on heaven's door; Bob Dylan (versione di Emanuele Dabbono)
  10. Fiume sand creek; De Andrè
  11. Generale; De Gregori
  12. Life goes on; Elisa
  13. Bohemian rapsody; Queen
  14. Sono qui per l'amore; Ligabue
  15. La libertà di volare; Nomadi
  16. Creuza de mà; De Andrè
  17. Ti regalerò una rosa; Cristicchi
  18. Meravigliosa creatura; Gianna Nannini
  19. Rock the casbah; The Clash
  20. Anarchy in te U.K.; Sex Pistols
  21. Il suonatore Jones; De Andrè
  22. Viaggi e miraggi; De Gregori
  23. L'ombelico del mondo; Jovanotti
  24. St Jimmy; Green Day
  25. L'isola; Cristicchi
[P.S.: in realtà le mie canzoni preferite sono molte di più...]

martedì 13 maggio 2008

Diventa polvere
contro il cielo nero
d'inchiostro
di parole mai scritte
il mio fragile mondo imperfetto.
Imperfetto, certo,
ma almeno non crudele,
non falso:
non mi faceva male.

mercoledì 7 maggio 2008

- Basta un attimo per perdersi, ma a volte una vita non è sufficiente per ritrovarsi -

Non chiedetemi come mi vengono certe frasi da baci perugina... Però questa non mi sembrava male, tutto sommato; può sembrare banale, forse, ma è sicuramente vera.

mercoledì 30 aprile 2008


... Eppure non desidero che ciò che ho. La mia generosità è sconfinata come il mare, il mio amore altrettanto profondo: più ti dono, più ho, perchè le due cose sono infinite ...


[L'immagine, fatta da me, non si può prendere.]

venerdì 25 aprile 2008

Per non dimenticare...

In questo 25 Aprile, in quest'epoca che sempre più volentieri tende a dimenticare e a dimenticarsi, nel mio piccolo voglio ricordare chi ci permise, col sacrificio della vita, di vivere in un paese democratico, nel rispetto dei fondamentali diritti umani. Ciò che a noi sembra qualcosa di scontato, infatti, non lo è per nulla (basti guardare la situazione della Cina, in cui sono negate persino le libertà di stampa e di parola).
Dunque, come dimenticare chi diede la vita per la nostra libertà? Siamo bestie o esseri umani?
Io un essere umano, ed ecco perchè voglio, sempre nel mio piccolo, restituire un po' di voce a coloro a cui l'hanno strappata con la forza, ma che non hanno mai smesso di gridare le loro parole di libertà alle nostre orecchie.
Basta mettersi in ascolto...

Armando Amprino (Armando)
Di anni 20 - meccanico - nato a Coazze (Torino) il 24 maggio 1925 -. Partigiano della Brigata " Lullo Mongada ", Divisione Autononia " Sergio De Vitis ", partecipa agli scontri del maggio 1944 nella Valle di Susa e a numerosi colpi di mano in zona Avigliana (Torino) -. Catturato nel dicembre 1944 da pattuglia RAU (Reparto Arditi Ufficiali), alla Barriera di Milano in Torino - tradotto alle Carceri Nuove di Torino Processato dal Tribunale Co.Gu. (Contro Guerriglia) di Torino Fucilato il 22 dicembre 1944, al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino da plotone di militi della GNR, con Candido Dovis.

Dal Carcere, 22 dicembre 1944
Carissimi genitori, parenti e amici tutti,
devo comunicarvi una brutta notizia. Io e Candido, tutt'e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi.
Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí... Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.
Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione. Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri.
Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po' di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me. la mia roba, datela ai poveri del paese. Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio. Non mettetevi in pena per me. Sono in Cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo. Arrivederci in Paradiso.
Vostro figlio Armando
Viva l'Italia! Viva gli Alpini!


Achille Barilatti (Gilberto della Valle)
Di anni 22 - studente in scienze economiche e commerciali - nato a Macerata il 16 settembre 1921 -. Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l'8 settembre 1943 raggiunge Vestignano sulle alture maceratesi, dove nei successivi mesi si vanno organizzando formazioni partigiane - dal Gruppo " Patrioti Nicolò " è designato comandante del distaccamento di Montalto -. Catturato all'alba del 22 marzo 1944, nel corso di un rastrellamento effettuato da tedeschi e fascisti nella zona di Montalto - mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista -. Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 marzo I944, contro la cinta del cimitero di Muccía Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.
Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.
Viva l'Italia libera!
Achille


Paolo Braccini (Verdi)
Di anni 36 - docente universitario - nato a Canepina (Víterbo) il 16 maggio 1907 -- Incaricato della cattedra di zootecnia generale e speciale all'università di Torino, specializzato nelle ricerche sulla fecondazione artificiale degli animali presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e della Liguria - nel 1931 allontanato dal corso allievi ufficiali per professione di idee antifasciste - all'indomani dell'8 settembre 1943 abbandona ogni attività privata ed entra nel movimento clandestino di Torino - è designato a far parte del I° Comitato Militare Regionale Piemontese quale rappresentante dei Partito d'Azione - pur essendo braccato dalla polizia fascista, per quattro mesi dirige l'organizzazione delle formazioni GL -. Arrestato il 31 marzo 1944 da elementi della Federazione dei Fasci Repubblicani di Torino, mentre partecipa ad una riunione del CMRP nella sacrestia di San Giovanni in Torino -. Processato nei giorni 2-3 aprile 1944, insieme ai membri del CMRP, dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato -. Fucilato il 5 aprile 1944 al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino, da plotone di militi della GNR, Con Franco Baibís ed altri sei membri del cmrp. - Medaglia d'Oro al Valor Militare.


3 aprile 1944
Gianna, figlia mia adorata,
è la prima ed ultima lettera che ti scrivo e scrivo a te per prima, in queste ultime ore, perché so che seguito a vivere in te.
Sarò fucilato all'alba per un ideale, per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno.
Non piangere mai per la mia mancanza, come non ho mai pianto io: il tuo Babbo non morrà mai. Egli ti guarderà, ti proteggerà ugualmente: ti vorrà sempre tutto l'infinito bene che ti vuole ora e che ti ha sempre voluto fin da quando ti sentì vivere nelle viscere di tua Madre. So di non morire, anche perché la tua Mamma sarà per te anche il tuo Babbo: quel tuo Babbo al quale vuoi tanto bene, quel tuo Babbo che vuoi tutto tuo, solo per te e del quale sei tanto gelosa.
Riversa su tua Madre tutto il bene che vuoi a lui: ella ti vorrà anche tutto il mio bene, ti curerà anche per me, ti coprirà dei miei baci e delle mie tenerezze. Sapessi quante cose vorrei dirti ma mentre scrivo il mio pensiero corre, galoppa nel tempo futuro che per te sarà, deve essere felice. Ma non importa che io ti dica tutto ora, te lo dirò sempre, di volta in volta, colla bocca di tua Madre nel cui cuore entrerà la mia anima intera, quando lascierà il mio cuore.
Tua Madre resti sempre per te al di sopra di tutto.
Vai sempre a fronte alta per la morte di tuo Padre.


Giordano Cavestro (Mirko)
Di anni 18 - studente di scuola media - nato a Parma il 30 novembre 1925 -. Nel 1940 dà vita, di sua iniziativa, ad un bollettino antifascista attorno al quale si mobilitano numerosi militanti - dopo l'8 settembre 1943 lo stesso nucleo diventa centro organizzativo e propulsore delle prime attività partigiane nella zona di Parma -. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti - tradotto nelle carceri di Parma -. Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma - condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.

Parma, 4-5-1944
Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.


Queste sono alcune delle lettere (prese qui) che molti resistenti, condannati a morte perchè stanchi di chinare la testa, scrissero alle persone che più erano loro care prima di essere uccisi.
Leggendole, mi sembra di vedere queste persone, stanche ma non arrese, che speravano ancora, nonostante tutto, in un futuro migliore. E mi sento in debito verso di loro, perchè se non fosse stato per il loro sacrificio, la mia vita, la vita di tutti noi, oggi, sarebbe molto diversa... e sicuramente non in meglio.
Quindi, non solo in questo giorno speciale, ma sempre, mi sembra il minimo ricordarli. Altrimenti, se noi giovani, oggi, dimentichiamo questo pezzo del nostro passato che è inevitabilmente parte del nostro presente, sarà stato tutto inutile.
E questo non lo posso tollerare.


giovedì 17 aprile 2008

***San Michele***

+++Alla scoperta della mia città - prima tappa+++



Questa chiesa è bella e terribile, barbara, dura, quasi crudele, ma rassicurante, immensa ma familiare. Qui le pietre parlano, vivono, partecipano.
Un uomo piuttosto basso, tarchiato, di mezza età, si aggira con una macchina fotografica non digitale e fotografa l'immagine di San Michele Arcangelo, l'altare... E' accompagnato da un altro signore. Entrambi sono piuttosto seri; sembra che stiano lavorando. Sì, penso che stiano scattando delle foto per qualche giornale locale, o qualcosa di simile.
Ma come fanno a non vedere che ciò che qui dentro c'è di più interessante sono le pietre? Le colonne, ad esempio. Tozze, quasi sgraziate, ma mortalmente solenni. Ti sovrastano con l'aria di volerti ammonire; ti scrutano severamente. Sfiorando con la mano una di esse, si può avvertire una potenza spaventosa: la potenza di questo edificio, di questo luogo, che va al di là di qualsiasi credo o religione.
I canti sacri rimbalzano, si diffondono, si smorzano tra le pietre; l'eco dell'edificio mi avvolge con la stessa amorevole violenza con cui il cardinale Federigo Borromeo abbracciò l'Innominato.
E' forse l'unica chiesa in cui mi sento sul serio a mio agio, anche seduta sul basamento di una colonna con una Moleskine rosa e una Bic tutta mangiucchiata a scrivere tutto questo.


L'isolachenoncè - Peter Pan il musical

Vivere per amare - Notre Dame de Paris